Bartimeo, figlio di Timeo … quello che non ci vedeva. Urla. Si fa sentire. Osa sforare i timpani dei perbenisti organizzatori del corteo. Audace nel gridare la sua fede.
Il volume della sua voce sovrasta il vociare che lo circonda. Sarà per questo che Gesù, non solo lo vuole incontrare, ma gli riapre gli occhi oscurati. Ridona luce.
A noi … la luce del cuore.
Ma, sappiamo urlare?
Questa un’omelia di questa mattina:
Dal Vangelo secondo Marco (10, 46-52) 46E giunsero a Gerico. Mentre partiva da Gerico insieme ai suoi discepoli e a molta folla, il figlio di Timeo, Bartimeo, che era cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. 47Sentendo che era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!». 48Molti lo rimproveravano perché tacesse, ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!». 49Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!». Chiamarono il cieco, dicendogli: «Coraggio! Àlzati, ti chiama!». 50Egli, gettato via il suo mantello, balzò in piedi e venne da Gesù. 51Allora Gesù gli disse: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». E il cieco gli rispose: «Rabbunì, che io veda di nuovo!». 52E Gesù gli disse: «Va’, la tua fede ti ha salvato». E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada.