Giuseppe, Maria, Gesù! Una famiglia sui generis. Un padre che non è il papà biologico del figlio. Una madre rimasta incinta per l’intervento dello Spirito Santo. Un figlio dalla doppia natura, umana e divina.
Una famiglia che comunque ci viene proposta come modello. Timorati di Dio hanno permesso a Lui di scrivere le pagine sacre della vita, con i caratteri del Cielo.
Una famiglia che ci ricorda che l’amore non è un prodotto a eterna scadenza. L’amore ha bisogno di essere rigenerato ogni giorno. Chiamati a rigenerare amore per generare vita, è il prendersi cura di chi la vita ti affida. Generare vita nel contesto della famiglia, generare vita in quello della Comunità più ampia.
Giuseppe e Maria non solo si rigenerano nell’amore, ma si prendono cura del figlio consci che a loro volta sono oggetto delle cure di Dio nei loro confronti.
Ed è nel tempo e nello spazio che si genera vita. Solo riuscendo a dedicare tempo allo spazio dell’esistenza che si nobilitano i giorni della vita.
Il regalo più bello dei genitori per i figli? Amarsi! Semplicemente, amarsi!
Questa l’omelia alla Messa delle Treie:
Dal Vangelo secondo Matteo
I Magi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò: Erode infatti vuole cercare il bambino per ucciderlo».
Egli si alzò, nella notte, prese il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode, perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Dall’Egitto ho chiamato mio figlio».
Morto Erode, ecco, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe in Egitto e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre e va’ nella terra d’Israele; sono morti infatti quelli che cercavano di uccidere il bambino».
Egli si alzò, prese il bambino e sua madre ed entrò nella terra d’Israele. Ma, quando venne a sapere che nella Giudea regnava Archelao al posto di suo padre Erode, ebbe paura di andarvi. Avvertito poi in sogno, si ritirò nella regione della Galilea e andò ad abitare in una città chiamata Nàzaret, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo dei profeti: «Sarà chiamato Nazareno».
