Tre croci, due ali! Gli auguri del parroco

Pasqua di Risurrezione 2018: tre croci, due ali!

Quel giorno, in fretta, nel luogo detto “del cranio”, piantarono tre croci. Il giorno dopo era festa grande: Pasqua!

Sono in tre ad essere inchiodati in quella trave di legno, garanzia di una morte dolorosa e certa.
Al centro, collocarono il personaggio più famoso e noto, Gesù di Nazareth. Un ardito Galileo capace di dire a tutti, in mille modi, che era il Figlio di Dio.
Per i potenti del tempo, che della loro vita avevano fatto un attaccamento al potere, garanzia di benefici e di privilegi, “lui” era troppo scomodo. Troppo attaccati alla poltrona, per rischiare che qualcuno li facesse saltare.
Erano i sacerdoti del Tempio. Depositari di una religiosità fatta di regole ormai prive di vita e di mancanza di rispetto dei semplici che cercavano Dio, per garantirsi la sua carezza e la sua presenza.

Tre croci. Due delinquenti comuni e un personaggio troppo scomodo. Tre corpi esposti, con i minuti contati. Tra i tre malcapitati, in quelle tre ore, le più oscure della storia, si tesse un dialogo: uno impreca, uno invoca, uno perdona.
Forse, quelle tre croci ci toccano un po’.

Nella nostra Comunità, sono ancora vive, nei più grandi, le immagini e le emozioni della famosa “Passione vivente” dei venerdì santo, di tanti anni fa. Tre croci innalzate in quel giardino, ai bordi dell’antico borgo, appena fuori le mura, esposti alla moltitudine dei presenti e avvolte da un gelo spesso insopportabile, proprio come quel giorno solenne a Gerusalemme.

In quelle croci, Gesù, anche oggi ci vuole ricordare che spesso la vita ci inchioda alle “croci” del vivere.

Anche la storia della nostra – e delle nostre – Comunità, è affastellata di piccole e grandi croci, personali, famigliari e della convivenza sociale e produttiva. Segni dolorosi di fatiche e di mali moderni.

È Pasqua, amici cari. Ancora una volta, quell’uomo della Galilea, proprio perché davvero Figlio di Dio, scende dalla sua croce, per salire nelle nostre.

Con solenne semplicità, anche in questa Pasqua, si presenta a noi come il Vivente, con i segni cruenti di una morte ignobile, lasciata però alle sue spalle. Ci viene incontro, come Colui che proprio non ce la fa a stare senza di noi. È più forte di lui. Lui è così!

Il Vivente, il Risorto, continua ad infilarsi nelle pieghe di ogni esistenza. Intercetta il cammino degli uomini che, distratti da altro, manco s’accorgono della sua presenza. Del resto, siamo un po’ tutti in altre faccende affaccendati. Grazie a Dio, non tutti.

Anche nella nostra amata Comunità, si alternano così le reazioni dei tre appesi a quelle croci. C’è chi impreca e si gira dall’altra parte. C’è chi ne approfitta e cerca spazio per mettersi in gioco e c’è – questa è la garanzia costante – il Risorto che tende la mano. A tutti.

La morte, in quel tragico venerdì di molti anni fa, è morta! Definitivamente. Restano le nostre esistenze terrene segnate da un inizio e una fine, ma la vita, ciò che di più caro ci appartiene, impastata con il Risorto, non finisce più.

È una storia d’amore che si ripete e continua. E chi ama, respirando con i polmoni del Risorto, non muore mai.

Cari amici, ancora e sempre, siamo invitati a vivere da protagonisti, un’andrenalinica avventura, che può travolgere la nostra storia. È sufficiente stabilire l’opzione: mi giro dall’altra parte e magari impreco? Alzo lo sguardo e invoco? Tendo le mani con fiducia?
Una volta stabilito come giocarsi le carte della vita, il passo dalle tenebre della croce, alla luce della risurrezione è breve. E, per questo, ci pensa tutto Lui!

Anche questa Pasqua è un’occasione offerta per rimetterci dentro il grande gioco della Vita. Non quello che schiaccia e imprigiona nelle mediocrità del mondo, ma il gioco che ti fa leggere le cose della terra, con gli occhi del cielo. Quello per cui vale la pena ri-appassionarci delle cose di Dio. Della propria Comunità Parrocchiale. Della Chiesa, come luogo vitale dei perdonati. Dei luoghi d’incontro dei figli, genitori e nonni. Di quanti ci attorniano e di quanti incrociano il nostro cammino.

Coraggio, non temete – risuona oggi questo annuncio – non temete, Colui che cercate non è qui, è Risorto!”. Il Vivente è più vicino a voi di quanto pensiate.

Coraggio! Non temere, non siamo soli. Il mondo non ci può ingoiare, noi siamo fatti di Cielo! Coraggio! Non temete l’amicizia del Figlio dell’Uomo. Temete piuttosto le derive della cultura imperante, che trascina nel torbido e annaspa nei rivoli dell’aridità e sterilità.

Dico a te che leggi: coraggio! Apri le ali della vita che ti sono state regalate, aprile con fiducia e ricorda sempre, una delle due è la tua, l’altra è quella del Risorto che ti innalza! Vola!

Buona Pasqua. Il Signore Risorto è con noi. È con te!

d.Fabrizio, parroco

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