Questione di fake

Cos’è la Verità?” chiese Gesù, ormai prossimo a chiudere drammaticamente i suoi giorni terreni.
Già, cos’è la verità? Se non ricordo male, è l’inconfutabile. Ciò che non può essere negato.
Ma, se entro nei meandri della ricerca di un senso, di un programma di vita da realizzare, di bisogni da raggiungere o, più ancora, di desideri da esaudire, allora tutto si complica.

“Verità” … sminuzzata e tritata come una cipolla, mischiata per dare gusto e sapore.
Troppo spesso, tritata, modellata, frammentata, usata in parte, utile solo a confutare idee o punti di vista. Strumentalizzata e sminuita della sua essenza. Povera verità! Difficile vederla gioire nella sua interezza.

C’è un gran parlare, oggi. Tutti dicono la loro. Tutto e il contrario di tutto. Ognuno si sente legittimato a dire la sua e im-porla … come verità!

Ogni giorno, la scuola del linguaggio nuovo te ne fa imparare una. Come con il nemico della verità, la falsità, che diventa “fake”.
Vuoi mettere! Tutta un’altra cosa. Fake news! Eppure non è semplice questione linguistica o sintattica: è ben di più!

Usare la lingua nuova, ti trasferisce, come d’incanto, nell’ampia distesa di un territorio che non conosce più limitati confini, ma li supera. Ti conduce oltre. Ti fa cittadino del mondo. E questo è bello.

Se spremi, però, nulla cambia dell’essenza. “Notizia falsa” o “fake news” … nulla cambia! Fandonia è, e rimane. Fandonia, che fa rima con fango.

Nei giorni in cui tutti si scannano, nei vivaci e aggressivi dibattiti, le fake, restano lì a supporto di qualcuno.

Fake asservite a chi non ama la verità perché gli è scomoda. Fake, servizievoli cameriere dei piatti di portata di idee alle quali non si può rinunciare, a prescindere. Fake, liberate nei fiumi del linguaggio per paura delle conseguenze della verità.

Con la fantasia, mi piace pensarla – la Verità – che sta lì sopra e guarda giù. Divertita, anche. Tanto sa che, alla fine, vince lei. Solo questione di tempo.

La verità è proprietà e natura stessa dell’Assoluto. È il Creatore. È quanto sta oltre ogni umana capacità di pensare, capire e inventare. Non estatica e immobile, ma in costante e continuo movimento, si fa omaggio, elargizione, dono. È un po’ come l’amore.

L’amore, che non puoi ingabbiare nelle ristrette paratie umane. Non ha regole imposte. Non è frutto di programmi precompilati. L’amore è libertà di azione del cuore, dell’anima e del corpo. Fluido e libero. Dio!

L’essenza di Dio è amore. Altro non è e non potrebbe essere e la verità ha una casa sola, da cui tutto promana e si irradia: il cuore di Dio.

L’uomo che cerca la Verità non può prescindere dall’amare. La raggiunge solo se connesso alle lunghezze d’onda dell’amore. E sarà un abbraccio liberante e un luminoso impasto di serenità. La verità non solo ti rende libero, ma pure felice. Anche quando il suo costo è alto.
Quanto più bello sarebbe il mondo, il nostro mondo, il nostro Paese, le nostre Comunità, le nostre famiglie, i nostri affetti, le nostre relazioni, se solo ci fosse più passione, più sincerità, più amore libero e disinteressato, dove la Verità non sia solo un pensiero, ma troneggi sovrana nei salotti della convivenza umana e, lì, trovi casa.
Accolta nel turbinio del comunicare, dall’onestà di chi sa rispettare e amare.

Dio ha tanto amato il mondo” dice l’evangelista Giovanni. Questa è una certezza! Non è ipotesi o augurio.
L’ha amato e continua ad amarlo. Questo è il fondamento della nostra vita.

Contro ogni menzogna, falsità, cattiveria, gelosia o tradimento, il cristiano – cittadino del mondo – afferma questa ineludibile realtà.

Dio ha amato, perché ne avessimo la certezza con le prove testimoniate nella storia.
Dio ama, per farci vivere nella Verità.
Dio amerà, perché con lui nulla ha fine. L’amore, lo sappiamo, sopravvive alla morte.
E la verità, vi farà liberi, garantisce Gesù.

dEffeBi

Gesù disse a Nicodèmo:
«Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna.
Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio.
E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio».

Verità

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