Felicità!

Il sorriso è talmente grande, che quasi sotterra un minuscolo volto. Quello di una ragazza  africana, giunta misteriosamente in un piccolo paese del centro Italia. Non vuole raccontare dell’epico viaggio, che dalla lontana terra natìa l’ha condotta fin qua. Ricordare, per lei, significa riaprire una ferita, che ancora sanguina. Rispetto il silenzio che l’avvolge di mistero e argina la curiosità. La sua presenza, comunque, dà una pennellata di colorata serenità.

Si definisce una commerciante. Ogni mattino, prende un carrello davanti al supermercato del paese, espone i suoi prodotti: calzini, magliette, accendini, canovacci … e accoglie tutti con sorriso e saluto.

È un piacevole “bel giorno”, quello che augura gratuitamente. Se ti fermi a ricambiare il saluto, con tratto gentile, ti indica la sua merce. Spiaciuta se non prendi nulla, serena comunque perché ti sei fatto prossimo a lei. E te lo dice pure: “grazie che ti sei fermato”.

L’uomo di Nazareth, Gesù, ce l’aveva detto: “i poveri li avrete sempre con voi”. Aveva ragione. Ne trovo sempre di nuovi.

La sua preoccupazione era il destino dell’uomo. È salito sulla cattedra della strada per indicare una via, e, mentre i Maestri del tempo, erano scelti dai loro discepoli, lui invece li va a cercare. Li scova. Li cava fuori e li pone in mezzo. Li chiama a far parte della sua scuola. Una scuola di vita.

Questi poveri cristi hanno faticato non poco a capirlo. Le sue non erano, certo, parole di rassicurazione e gratificazione. Ha avuto un’enorme capacità di rovesciare gli schemi, al punto che gli ultimi della classe si sono ritrovati primi.

Era riuscito ad intercettare i bisogni profondi di ciascuno di loro – che sono poi i bisogni di tutti – . Aveva dato risposte e indicato percorsi, perché si potesse incontrare la felicità, che è l’anelito mai assopito di ogni uomo e in ogni tempo.

Lo sapevano, loro. Lo intuiamo anche noi, che la vera felicità nasce da Dio. Ma quale Dio? E dov’è, questo benedetto Dio?

Ce l’hanno sempre detto e continuano a dirlo che un “giorno ci ritroveremo faccia a faccia con Lui”. È solo questione di tempo, quindi. Beh, secondo Gesù, non è così.

Il volto di Dio è quello di Gesù! L’ha detto Lui. Anzi è venuto proprio per questo: “chi vede me, vede il Padre”. Il gioco sembra facile. Basta conoscere e vedere lui e siamo tranquilli. Ogni desiderio e ogni interrogativo viene appagato.

Fosse semplice!

Ha parlato della fine dei giorni di ciascuno. Ha ricordato che c’è sempre un momento che ha il sapore della resa dei conti. A tutti ha detto, che verrà il giorno in cui i capri saranno divisi dalle pecore. Chi a destra, chi a sinistra. Chi in compagnia di Dio, chi nell’immondezzaio della città, la Geenna. Una completamento dell’esperienza terrena. Ma, forse, ancor più, è quotidiano appuntamento di vita.
Non parlava solo di ciò che ci aspetta alla fine dei giorni, bensì, di ciò che ci aspetta alla fine di ogni giorno. Ci è dato ogni giorno di sedere alla “destra del Padre”.

Il gioco si fa duro. Come accedere alla desiderata “destra” di Dio? Sembra facile, ma non lo è. O, forse: sì.

Chi avrà fatto qualcosa di buono nei confronti dei “non produttivi”, l’avrà fatta a lui.
Avevo fame, avevo sete, ero straniero, ero nudo, malato o in carcere”, dirà.
Questo è Lui, il Maestro. Più ancora: questo è Dio!

Il volto di Dio, ha le sembianza di quello di Gesù, il Figlio per eccellenza. La stessa sembianza di chi intercetta il mio cammino, intrisa di amarezza a causa della fame che l’attanaglia, della sete che l’inaridisce, dell’estraneità di un posto che – pur avendolo accolto – fatica ad accettarla, del freddo del corpo ma anche dell’anima e del cuore a causa di tante nudità, del dolore di una malattia, del masso che schiaccia l’errore, precludendo ogni libertà.

Sei esempi! Solo esempi, ma sei. Il numero dell’imperfezione. Già. Quello della perfezione, il sette, è il compimento: è Dio. Ma, per giungere al sette, bisogna passare per quelli prima.

Sarà così che il dolce sorriso, regalato dalla misteriosa commerciante di colore, mi ricorda i passaggi da fare per vedere il volto di Gesù e stare in dolce compagnia di Dio, alla sua destra. Fin da subito. Senza aspettare la fine dei tempi.

Originale e affascinante il volto di Gesù che sceglie chi sta ai margini per tratteggiare la sua fisionomia. Il volto di Gesù irradia luce divina, la fonte della quale sta in chi ha i volti rigati e provati dalla sofferenza, dall’incomprensione, dalla disabilità, dalla povertà economica e di spirito, dalla fatica del vivere e dalla stanchezza di essere sempre posti ai margini e in tutti coloro che, come me, hanno fame e sete di felicità.

Il gioco è fatto. Lì è il volto di Gesù. La felicità sta lì: basta accorgersene.  È più vicina di quanto pensiamo!
d. Effe Bi

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