Grazie, Franco!

Oggi abbiamo salutato il nostro diacono Franco che è partito per il cielo. Queste le parole del parroco al termine della Celebrazione presieduta dal Vescovo Giuseppe:

Siamo saliti sul monte, luogo caro a Dio per il suo comunicarsi agli uomini.

Borgaria: dove la roccia sostiene il vivere quotidiano di pochi, ormai, ma testimonianza di un passato vivace, di vestigia nobili, nella sua solenne semplicità.

Un disegno misterioso di Dio ci ha condotti qui a salutare una persona davvero cara a tutti noi.

Ci ritroviamo qui, sgomenti, ma non disperati.

Il nodo in gola, segno delle emozioni forti, sta a dire il grande affetto che ci lega a un grande uomo.

Grande perché con la potenza della fede e dell’umiltà ha conquistato il cuore di tutti noi.

A Taizzano, con la morte di Franco, si è spento un sorriso e un volto.

Un volto luminoso, dagli occhietti vispi e splendenti a coronare le tante barzellette e le battute scherzose, anche quando la partita a carte non andava a buon fine.

La sua capacità di sdrammatizzare e di pacificare, di servire e, soprattutto, di amare, avevano il sapore delle cose semplici e genuine.

Semplice e genuino. Com’è stato anche lo stile di Gesù.

Anche lui era sul monte, in quel giorno in cui, parlando alla folla accorsa ad ascoltarlo, egli ha offerto un un’esauriente programma di vita da offrire agli uomini. Un vero e proprio segreto della felicità, quella del sapore benevolo, sincero e puro della vita. Un programma di vita che non conosce la vaporosità delle mille false proposte di vita che ci rincorrono ogni giorno.

Beati voi, ci ripete ancora oggi Gesù. Fortunati e felici, fin da questa terra, se saprete essere miti, buoni, misericordiosi, semplici e umili operatori di pacificazione.

Sono parole di Gesù, che non ho alcuna incertezza nel dire che sono state il programma di vita di Franco. Di Franco uomo, marito, padre, suocero, nonno, fratello, cognato, zio, amico e, non ultimo, diacono.

È stato un incontro liberatorio con Gesù che ha trasformato la sua storia di vita. Già maturo d’età, una vita impostata secondo i canoni classici e le caratteristiche degli uomini di questa nostra terra. Famiglia, lavoro, amici e … passioni. Per lui, in modo particolare, quella della caccia, che tanto amava.

Ha incontrato Gesù, quando, quassù, un gruppo di credenti saliva per pregare. Dal suo racconto, posso dire che è stata una vera conversione. Di quelle autentiche. È rimasto l’uomo di prima, con le proprie debolezze, i propri limiti e difetti, ma trasformato nella profondità del cuore e diventato un uomo nuovo, speciale. Un uomo che, nel consacrarsi a Dio nel diaconato, nel servizio della carità, ha trovato il compimento ad un progetto di vita, da sempre pensato per lui da Dio.

“Beati voi, quando vi insulteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi, per causa mia”. Dio solo sa quanto è difficile cercare di fare del bene, quando, lungo la via, incontri chi trova il tempo di criticarti e di seminare zizzania. La fede lucida e forte di Franco, anche di fronte a questo, ha ‘tenuto’ bene, senza mai lasciarsi incrinare e senza fargli perdere la serenità.

Oggi ci siamo fermati qui, per accompagnare Franco, nella mestizia di questo incontro, intriso di ricordi, sentimenti e preghiera.

Il libro della Sapienza  fa risuonare parole che ci suonano quasi beffarde. “Le anime dei giusti sono nelle mani di Dio, nessun tormento li toccherà”.

Purtroppo, in questi ultimi mesi, abbiamo dovuto assistere, impotenti, al male che lo ha attanagliato. Una malattia, la sua, vissuta in fiducioso abbandono a Dio. “Sia fatta la volontà di Dio” – mi diceva – “Lui sa!”.

Più volte, gli ho sentito ripetere questa frase e, ogni volta, un brivido mi scendeva lungo la schiena. Pensavo alla mia poca fede, di fronte a un fratello-amico, gigante nella fede!

Ho raccolto tante confidenze da lui in questi ultimi tempi.

“Di notte – mi confidava – quando mi sveglio, prego Dio per i sacerdoti, i diaconi, le vocazioni, per la mia famiglia e per tutta la Parrocchia, prego per la pace nel mondo”.

La più dolorosa delle confidenze raccolte però, credo sia stata quando mi disse: “Io vorrei stare ancora qui, trovarci ancora insieme, stare con voi, con tutti”, consapevole, ormai, che questo stava per diventare un ricordo definitivo.
Non nascondo che, in quei momenti, ho presentato anch’io a Dio il mio dispiacere, trasformandolo in preghiera: «Dio, lasciacelo qui, ancora per un po’!».
Sappiamo, però, che i progetti degli uomini non sono i progetti di Dio. E Franco mi ha insegnato che “Dio sa e le cose le fa in modo giusto”, anche se noi, nel limite della nostra ragione, non riusciamo a comprendere. E allora: “sia fatta la tua volontà”.
Mi fido, Signore. Credo!

La parola che ricorreva di più nelle sue labbra, era “grazie”! Un grazie per tutti. Per gli amici che lo venivano a trovare; per i suoi familiari, attenti e premurosi in tutto. Permettetemi però di ricordarne uno, diventata a lui familiare, che si è ritrovata ad essere il suo angelo custode prezioso e generoso, Francesca.

“Grazie. Ringrazia tutti”, mi diceva.
Ma oggi siamo noi a dire “grazie”.

Grazie, Franco, di ciò che sei stato e continuerai ad essere. Del tuo servizio, intriso d’amore, all’altare del sacrificio eucaristico, che preparavi con cura e che con il tuo – non certo leggero! – passo e modo di fare, rendevi più genuino e vero. Grazie della carità regalata a chi era nel bisogno. Grazie per le tue battute semplici, fresche, simpatiche, che riuscivano a stemperare anche i momenti di tensione. Grazie della tua serenità e generosità del condividere quanto avevi e di cui disponevi. Grazie della tua fede condivisa. Grazie, per essere stato il “Franco gradito agli occhi di Dio”!

Nel corpo, senza vita, posto qui davanti a noi, racchiuso in questa bara, mi piace credere e pensare che altro non è che una linfa vitale. Ogni pianta a noi appare come un tronco di legno, apparentemente senza vita. Ciò che la vitalizza è quanto vi scorre all’interno. Così voglio pensare a Franco, rispetto alla nostra Comunità, che ha servito e amato con dedizione. Questa pianta, che tra poco consegneremo alla terra, perché Dio continui a renderla feconda, porterà frutti buoni alla vita di quanti ha amato in vita e continuerà ad amare dal cielo.

Ciao Franco. Non ti auguriamo buon riposo, ma la possibilità di continuare a servire e amare tutti, in modo speciale.

Continua a camminare con noi!

Franco, lo sai, vero? Mi manchi! Ci manchi, aiutaci a rendere meno pesante questo momento.

Ciao, grande fratello e amico. Vola leggero …

 

 

4 commenti

  1. Bella omelia per un amico che se ne va in cielo.
    Leggendoti ho rivissuto con serenità l’addio a care persone.
    Il Signore ti ha dato un grande carisma “annunciare la Parola” e lo fai con grande passione.
    Nella preghiera ti ricordo che ti mantenga così.

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    • Grazie don Fabrizio…sai sempre cogliere e tirare fuori ciò che è più bello nella persona.
      Che Gesù ti dia tanta gioia nel cuore per il bene che fai.
      Prego per una vita lunga e felice per te,sempre al servizio della Chiesa e di ogni persona,come già lo fai.

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