Lo stato famiglia: uno, tre, mille, …

C’era una volta un papà.
Un papà solo e forse triste. Io suoi giorni – che ancora non esistevano – erano impastati di tanta inquietudine. Solo e triste, studiava il modo di esprimere quanto dimorava nella profondità del suo essere. Non ce la faceva più a stare solo.

Quel papà sapeva di essere Dio.

Fu così che, in un giorno lontano, quando il tempo non esisteva, decise di squarciarsi.
La grande malinconia di quel papà trovò una via di fuga.
Una deflagrazione potente, in una mattina dell’inesistenza, arrivò molto lontano, tuttavia non disturbò nessuno, perché non c’era ancora nessuno.

Si inventò la creazione.
In essa, la pennellata più bella la dette l’ultimo giorno di quella fantastica settimana: fu la creazione di un essere che fosse a sua immagine e somiglianza. Aveva bisogno di un “tu”, che fosse così come lui.
Quanto si inventò e che nel giro di pochi giorni riuscì a realizzare, era cosa buona e bella. Era contento e soddisfatto. Finalmente il suo esistere aveva trovato pieno appagamento. Era fiero di aver creato il mondo, ancor più di aver creato l’uomo.

Quel papà-Dio aveva un figlio, forse da sempre. Chi vedeva lui vedeva il volto di quel papà. Anzi quel papà era anche il figlio. Tra i due c’era un legame così forte e intenso che i due erano come una cosa sola.
Questa forza misteriosa era tra i due come un terzo qualcuno che aveva tra i suoi compiti quelli di far sentire che i tre erano un’unica realtà.
Un bel gioco di creatività, che solo quel papà geniale si poteva permettere.

Un intreccio complesso e intricato, che ha tolto il sonno ai molti che hanno cercato – nei secoli – di capire la complessità di quel nucleo familiare. Enigmatico eppur semplice: un papà, un figlio, uno spirito.

Se questa fosse una bella favola, forse riuscirebbe a rasserenare qualcuno. Ma favola non è. È storia vera e reale. Una storia che è incisa nelle viscere di miliardi di quelle creature nate, volute e amate, uscite dalla potenza di quel papà-Dio.

Molti studiano e hanno studiato l’arcano essere di questo nucleo familiare un po’ anomalo, per giungere a dire che è un mistero! Ed è giusto che sia così. Se è Dio, è giusto che sia velato di mistero, se no che gusto ci sarebbe?

Quando un giorno tentai di spiegare l’intreccio relazionale della SS. Trinità, una bella signora dai capelli argentati mi ha preso in disparte e mi ha detto: “Non affaticarti nel tentare di spiegarci chi è Dio. Dio è Dio! È mistero, non si discute. E questo ci basta!”.

Questo Dio-papà e mamma, non si è mai dato per vinto nel desiderio che le sue creature umane familiarizzassero con lui.

Per limitare la deriva, entro la quale poteva perdersi l’uomo, sì è fatto uomo lui stesso.
Il Figlio-Dio si è fatto Figlio dell’Uomo. Ha scritto e continua a scrivere pagine stupende di storia, che hanno il sapore del sacro, dell’eterno, in collaborazione con i molti che si affidano e si fidano di Lui.

Una storia che ha accompagnato le sorti di miliardi di persone che hanno, non solo creduto in lui, ma hanno investito tutto loro stessi nel vivere come Lui e con Lui.

Quel papà, triste un tempo, ma poi gioioso nei secoli, ha fatto in modo che suo Figlio regalasse ai suoi amici la stessa forse che esce dalla loro intimità, il loro spirito. L’amore.

Quel papà-Dio è certo che se il mondo va avanti – e deve andare avanti – lo può solo grazie alla forza di questo amore.

Il dinamismo di una realtà, che ha la vivacità della favola, si intreccia con quello della concretezza dei giorni di ciascuno. La vita non è un sogno. Ma porta in sé un sogno. Tanti sogni. Questo è il desiderio grande di questa famiglia trinitaria: che il desiderio di bellezza, di armonia, di pace e di realizzazione di sé, diventi realtà a favore della gioia di vivere.

Ci capisco poco di dinamismi teologici. Una cosa so: che se le favole iniziano con un “c’era una volta…” – grazie a Dio – so di essere protagonista attivo di una storia che comincia con un “esiste oggi …”.

Il Regno di Dio è questa concreta vitalità e laboriosità che ciascuno di noi può vivere.
È il dipanarsi del nucleo familiare divino – mistero insondabile – che, comunque, prende forma nella vita di molti, facendo del mondo la famiglia allargata della Trinità divina.

Il nostro “certificato di famiglia” porta scritto che capofamiglia è Dio, Uno e Trino ed io altro non sono che un orgoglioso membro di una straordinaria famiglia.

Buona Solennità della SS. Trinità, la festa della nostra stupenda famiglia di figli di Dio.

Un commento

  1. Per me la Trinità è simile ad una vecchia macchina cinematografica, quelle grandi di un tempo.
    Dio è la macchina
    Gesù è la luce che si stampa sullo schermo
    Lo Spirito Santo è l’energia che muove la macchina.
    Non vorrei essere irriverente ma si spiegherebbero tre persone distinte in un’unica cosa.
    Buona settimana

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